Fiera del Riso: ecco i dati su abitudini e consumo del riso in Italia

I relatori che hanno partecipato al convegno in compagnia dei padroni di casa Roberto Venturi, Luigi Mirandola e Renato Leoni

Al Palarisitaly Zanotto di Isola della Scala si è svolto il convegno “L’unicità del riso italiano: nuovi trend di consumo e comunicazione”. Hanno partecipato i relatori Patrizia Martello, sociologa dei consumi e docente di ricerca sociale all’università di Milano e Venezia, Cosimo Finzi, direttore di AstraRicerche, Cristina Lazzati, direttore di Gdoweek, Roberto Magnaghi, direttore generale dell’Ente Nazionale Risi, e Filippo Saporito, chef e presidente JRE Italia – Jeunes Restaurateurs, con la moderazione affidata a Barbara Ganz de Il Sole 24 Ore. Presenti, oltre all’amministratore unico dell’Ente Fiera di Isola della Scala Roberto Venturi, anche il sindaco di Isola della Scala Luigi Mirandola, la consigliera della Provincia di Verona Carla Padovani e il presidente del Consorzio di Tutela Nano Vialone Veronese IGP Renato Leoni.

L’incontro ha fornito l’occasione per lanciare i primi dati del nuovo Osservatorio italiano sui consumi del riso. Il riso si mangia quasi esclusivamente in casa. Solo il 14,1% degli italiani lo consuma al ristorante almeno una volta alla settimana, anche se per gli chef è il piatto più ‘social’. La varietà più nota è il basmati, ma il Nano Vialone spicca nel Triveneto. Gli under 24 conoscono poco il mondo risicolo, anche se sono i più grandi consumatori di sushi, realizzato con chicchi prodotti per lo più in Italia. E solo un italiano su due sa che il nostro Paese è il primo produttore in Europa con 170 varietà di riso.

Sono stati inoltre presentati i dati di com’è percepito il riso in Italia, come lo consumano i giovani, quali sono i falsi miti su cui bisognerebbe lavorare e quali le opportunità per promuoverlo. A queste domande ha provato a rispondere l’analisi di mercato voluta da Ente Fiera di Isola della Scala, condotta nel mese di settembre, intervistando oltre mille persone tra i 18 e 70 anni. Ne è emerso che quello del riso è un settore che ha grandi margini di espansione, soprattutto per chef e nuove generazioni, anche per una crescente attenzione verso la salute e il benessere, oltre che alla tutela ambientale.

«La Fiera – ha sottolineato Roberto Venturi, amministratore unico dell’Ente Fiera – nella nostra visione è chiamata a diventare un grande polo di competenze, in grado di valorizzare la cultura del riso, la filiera di settore, il business e il territorio. E l’Osservatorio è il punto dal quale vogliamo partire. Oggi, comincia a prendere corpo una nuova Fiera del Riso che, senza dimenticare le proprie radici, guarda ai prossimi anni, a ciò che vogliamo diventare e ai grandi progetti che stiamo realizzando».

«Il riso fa propri i trend del benessere – hanno chiarito Patrizia Martello e Cosimo Finzi -. Il cibo è sempre stato piacere e soddisfazione dei sensi, ma mai come oggi interpreta questa funzione di godimento. Il riso rientra a pieno titolo come cibo salutare e alleato della cosmesi, ma non privo di gusto e di gratificazione».

«Abbiamo tra le mani un grande potenziale, un mercato in crescita – ha aggiunto Roberto Magnaghi -, un cibo attraente e moderno, soprattutto per i giovani, per questo va esaltata la sua territorialità. Una delle sfide future sarà fare in modo che vengano privilegiati i risi nazionali rispetto a quelli esteri, in quanto i nostri prodotti rispettano tutti i crismi della sostenibilità».

«Il food made in Italy è apprezzato all’estero ma bisogna condurlo per mano – ha approfondito Cristina Lazzati –. La cultura del cibo italiano è in primis fatta dagli chef, anche attraverso nuovi concetti di ristorazione. Il risotto si dimostra un prodotto alla pari di caffè espresso e gelato perché unico ed esclusivo ma venduto e consumato in modalità differenti».

«I dati emersi dimostrano l’importanza e le possibilità di crescita che ha il mondo del riso in Italia e in Europa – ha concluso Filippo Saporito -. In particolare, la ricerca ha messo in luce alcune discrasie tra giovani e mondo del riso. Abbiamo notato che le nuove generazioni sono quelle che conoscono meno il prodotto e, allo stesso tempo, quelle che ne consumano di più, anche attraverso i ‘nuovi’ cibi come il sushi».

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