Una rosa per Norma Cossetto a Zevio

Una rosa per Norma Cossetto, una studentessa istriana sequestrata, torturata, violentata e gettata nella foiba di Villa Surani, in territorio croato, dai partigiani slavi. Ottant’anni fa, nella notte tra il 4 e il 5 ottobre del 1943, Norma Cossetto, oggi medaglia d’oro al merito civile, pagò con la vita la sua fede per l’Italia.

Una rosa per Norma Cossetto panchina rossa Zevio
Il mazzo di rose bianche in memoria di Norma Cossetto sulla panchina rossa simbolo della lotta alla violenza contro le donne

Il Comune di Zevio ha aderito alla manifestazione “Una rosa per Norma Cossetto”, nata nel 2018 a Viterbo e che quest’anno coinvolge quattrocento città italiane ed estere. Giovedì 5 ottobre si è svolto un momento commemorativo e di condivisione davanti all’angolo della non violenza, uno spazio all’entrata del cortile del “Castello” che accoglie la pietra in ricordo di tutte le morti violente dei cittadini italiani e la panchina rossa simbolo della lotta alla violenza contro le donne. Hanno partecipato l’Associazione combattenti e reduci, il corpo alpini e l’amministrazione comunale.

Alcuni membri dell’Associazione combattenti e reduci e del corpo alpini, con il sindaco Conti, il vicesindaco Bottacini, gli assessori Andreoli, Todeschini e Fraccaro, le consigliere Cantù e Meneghini

Le parole di Combattenti e reduci e amministrazione

Ad aprire la commemorazione, dopo l’alzabandiera sulle note dell’inno italiano, l’intervento di Tiziano Migliorini, presidente per Zevio dell’Associazione combattenti e reduci. «Oggi commemoriamo una tra le pagine più tristi della storia d’Italia e vogliamo ricordare insieme il grande esempio di italianità e amor patrio che è rappresentato dalla giovane martire istriana – ha esordito Migliorini – attraverso la rievocazione del martirio di Norma commemoriamo anche tutte le donne che subiscono violenza, in pace e in guerra. Sono trascorsi ottant’anni e cittadini, associazioni ed enti locali sono uniti per non far appassire quel bellissimo fiore cresciuto in fondo ad una foiba».

Un mazzo di rose bianche è stato poi posato sulla panchina rossa, a richiamare lo slogan della quinta edizione della manifestazione: “un fiore che non appassisce” perché nato dal sacrificio, ancora vivo, di Norma e di migliaia di italiane e italiani.

Sono intervenute anche l’assessore al sociale Michela Andreoli e il sindaco Paola Conti, che hanno colto l’occasione per ringraziare la consigliera Irene Valente, in prima fila per l’organizzazione dell’evento. «Norma Cossetto ci ha lasciato una grande testimonianza di senso civico e di quel valore di appartenenza allo Stato italiano che forse stiamo un po’ perdendo – conclude il sindaco – si deve tornare a fare memoria e ad essere fedeli a quei valori per cui Norma ha dato la vita, non accettando di rinunciare alla sua italianità».

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