Etichettatura obbligatoria per gli alimenti: errori e omissioni potrebbero costare cari

Scrivere sulle etichette degli alimenti informazioni sbagliate riguardo gli ingredienti, gli allergeni e anche le scadenze da oggi potrebbe costare caro. La norma approvata ancora in dicembre dal  Consiglio dei ministri sulle sanzioni amministrative per chi viola le “norme a tutela dei consumatori di prodotti alimentari” è infatti in Gazzetta ufficiale e la Camera di Commercio di Verona è stata la prima in Italia ad affrontare l’argomento.

Andrea Prando

«Questa è una delle iniziative che la Camera di commercio – ha affermato Andrea Prando, vicepresidente dell’ente –  organizza per avvicinare consumatori e imprenditore e dar loro un’informazione corretta su quelli che sono i regolamenti europei che poi sono applicati nelle norme dello stato. Quello dell’, etichettatura è un argomento particolarmente delicato e in continua evoluzione. Il regolamento originario ha subito parecchie varianti fino ad arrivare all’etichettatura d’origine che comunque è ancora in discussione a livello Comunitario, purtroppo. Ma ora disponiamo di una regolamentazione unica che assicura certezza per i consumatori e fornisce regole univoche e semplici per gli operatori del settore, uno dei principali dell’economia veronese».

Di fronte ad una platea di 150 imprenditorie e una trentina di avvocati, l’esperto di legislazione alimentare Domenico Stirparo ha aggiornato la platea sul Decreto legislativo 231/2017 sulle violazioni al Regolamento Europeao 1169 del 2011 sull’etichettatura. Il Decreto 231 prevede, sanzioni variabili da un minimo di 150 euro a un massimo di 150.000 per chi non rispetta gli obblighi informativi riguardo scadenze, allergeni e ingredienti.

Aumentano quindi le tutele per i consumatori che soffrono, per esempio, di allergie o intolleranze alimentari. «Si garantisce una certezza – ha spiegato Stirparo – sulle sanzioni e si garantisce il consumatore sul passaggio di informazioni da un operatore all’altro lungo la filiera commerciale  fino ad arrivare agli alimenti sullo scaffale. Il legislatore non si ferma alle informazioni in etichetta, ma il decreto assicura il flusso di informazioni anche sui prodotti sfusi non confezionati e su quelli della ristorazione».

Numerose sono state le indicazioni relative all’applicazione pratica da parte delle imprese alimentari e le anticipazioni sulle prossime novità in arrivo. Sono state trattate, tra le altre, anche le norme sull’obbligo di indicazione dello stabilimento di produzione e sull’indicazione obbligatoria e volontaria dell’origine. A poco, breve, infatti, sarà obbligatoria l’etichettatura d’origine sulla pasta e sul riso.

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