Matteo Ridolfi, storia di coraggio e di solidarietà

Il 18 febbraio scorso è una domenica. Matteo Ridolfi, 14 anni, frequenta la 3^ media della scuola Gino Fano di Colognola ai Colli. Quel giorno esce di casa, alla Pieve, per raggiungere gli amici per una delle solite partite a pallone, quando sente le urla di una donna. A quel punto, racconta, «ho mollato la bici e sono corso verso di lei. Steso a terra ho visto che c’era un uomo». La signora è al telefono con il 118, ma non sa dare indicazioni precise su dove si trova. «Le ho preso il cellulare dalle mani – continua Matteo – e ho comunicato la nostra posizione esatta. In attesa dell’ambulanza ho iniziato a praticare a quel signore il massaggio cardiaco, seguendo le istruzioni dell’operatore sanitario. La manovra l’avevo già vista in un film degli anni ‘80, “Stand by me”. Sono andato avanti per un quarto d’ora, quasi venti minuti, senza fermarmi, fino all’arrivo dei medici».

Una volta arrivati i soccorsi, Matteo raggiunge i suoi amici, come se niente fosse. «Subito non mi sono reso conto di quello che avevo fatto – dice -, poi parlando con gli altri ragazzi ho iniziato a realizzare. Mia mamma all’inizio non ci credeva: quando ha capito che avevo davvero salvato la vita ad un uomo è stata molto orgogliosa di me e anche mio papà era molto contento». I riconoscimenti non sono tardati ad arrivare. Matteo è stato accolto e premiato dal Presidente del Veneto Luca Zaia, dal Presidente della Camera Lorenzo Fontana, dal Prefetto di Verona Demetrio Martino. Infine, il riconoscimento di Alfiere della Repubblica, conferitogli dal Capo dello Stato Sergio Mattarella lo scorso 13 maggio. «È stato davvero molto emozionante ricevere tutti questi riconoscimenti – commenta Matteo – sono orgoglioso di essermi fermato quel giorno e di aver aiutato una persona. Inoltre, mi sento molto fortunato ad aver condiviso questa esperienza che mi ha fatto crescere con i miei amici, Damiano Bertoni, Edoardo Arati, Pietro Carrazzato, Luca Grigoli, Manuel Zambelli e Andrea Dal Forno. Compagni di giochi, ma anche compagni di viaggio quando sono andato a ritirare i premi e che hanno i miei stessi valori di solidarietà verso il prossimo». Un po’ come i ragazzi del film, “Stand by me”, tratto dal libro di Stephen King, che racconta la storia di un viaggio iniziatico di un gruppo di ragazzi che, attraverso una serie di prove che sono lezioni di vita, passano dall’infanzia all’adolescenza».

«Questo episodio, per me è stata una lezione – afferma Matteo -. Si parla tanto di baby gang ma il bene c’è anche tra noi giovani. Non so cosa sarà del mio futuro. Intanto mi sono iscritto per il prossimo anno all’Istituto Tecnico Agrario Alberto Trentin e ho suggerito alla preside della mia scuola che sarebbe importante introdurre il primo soccorso nei programmi scolastici. Sono certo, comunque, che continuerò ad aiutare gli altri».

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