Zevio: firmato l’accordo sul Chiarenzi

«La nostra non è un’iniziativa di privatizzazione della sanità, ma un contributo del privato affinché la sanità pubblica possa funzionare meglio. Non saremo i gestori dei servizi che saranno attivati nella struttura all’ex ospedale, perché non ne abbiamo le caratteristiche. Sarà l’Ulss a individuarli, compatibilmente con personale e risorse disponibili». Ieri mattina in castello il presidente di Ad honorem Chiarenzi e consigliere comunale forzista Raffaele Bazzoni, ha sgombrato il campo dai sospetti di quanti ritengono che dietro al recupero strutturale dell’ex ospedale possa nascondersi la mano del privato.

L’occasione era solenne: il direttore della Scaligera Pietro Girardi, la sindaca Paola Conti e Bazzoni si erano dati appuntamento in municipio per sottoscrivere l’accordo di programma volto a riqualificazione degli spazi dell’intero ex ospedale. Intorno al tavolo c’erano anche don Gianni Naletto, cappellano dell’ospedale di Borgo Roma e presidente dell’associazione lombarda Homo fondata da Liliana Villa, la nobildonna bergamasca che molto si prodigò per l’ospedale San Raffaele di Milano. Poi Paolo Bedoni, presidente della Fondazione Cattolica e socio di Adhoc, l’associazione di fatto braccio operativo nella gestione del milione di euro reso disponibile da Homo per ristrutturare il Chiarenzi.

L’incontro si era aperto con la benedizione della sindaca Paola Conti: «Questa è una giornata importante per il territorio. Lavoriamo da un anno al progetto di rinascita dell’ex ospedale, volto a dare una medicina di prossimità a una popolazione formata sempre più da anziani». Conti è andata oltre confermando che il Chiarenzi ospiterà una casa di comunità per la presa in carico di pazienti affetti da patologie croniche, aperta 24 ore su 24, con medici di base, infermieri, specialisti e guardia medica. Questa struttura dovrebbe entrare in funzione tra luglio e agosto 2024 con la spesa di due milioni e 850mila euro. Il direttore Girardi ha elogiato la «forza zeviana di cogliere le opportunità che si presentano per dare risposte a una domanda di salute esplosa da dopo la pandemia. Basti pensare che le richieste di prenotazioni ai Cup della Scaligera sono aumentate del 30 per cento rispetto al 2019», ha rivelato il direttore, aggiungendo che le case di comunità sono destinate a rivoluzionare l’offerta sanitaria, concentrando e facendo in modo che i servizi medici del territorio operino in sinergia. Quindi ha invitato la politica a smorzare i toni sulla sanità, per facilitare l’ aumento della qualità delle prestazioni e dei finanziamenti. «Che in Italia sono un po’ più della metà del Pil, rispetto al Prodotto interno lordo di altri Paesi avanzati. Girardi ha quindi espresso la propria soddisfazione personale per il progetto Adoch che mette in preventivo la ristrutturazione della cappella del Chiarenzi». Bazzoni ha ripreso la parola per ricordare i 100 anni dalla nascita della benefattrice Liliana Villa e rilevare come il progetto di recupero dell’ex ospedale sia stato frenato dalla pandemia e dalla successiva ospitalità concessa agli anziani della casa di riposo di Abaredo, distrutta da un incendio. «Ora però ci troviamo ad affrontare una sfida su cui abbiamo elaborato molte ipotesi, consapevoli che la cifra a disposizione non sarà sufficiente a colmare le necessità è coinvolto anche il Comune riguardo le parti che non hanno funzione sanitaria: celle mortuarie, cappella e sala Coghi. Per il Chiarenzi vorremmo una medicina adeguata alle esigenze, recuperare il progetto Ulss sul servizio trasfusionale, un hospice, un ospedale di comunità e psichiatria». Bazzoni ha poi chiesto a Girardi la messa disposizione di un suo tecnico per visionare i progetti.

Infine ha fatto sapere che altri privati sarebbero disponibili a finanziare il progetto Adoch e auspicato che la Fonazione Cattolica entri a far parte dell’associazione. «Siano partiti, confidiamo di giungere al traguardo», ha auspicato don Naletto ricordando gli interventi di Homo a Milano, Bergano e Verona. «Ora siamo contenti di portare avanti il progetto di Zevio», ha rimarcato il cappellano. Il presidente Bedoni ha concluso annunciando l’impegno di Cattolica nel mettere a disposizione del Chiarenzi «risorse economiche e idee, giacché si sono create le condizioni favorevoli all’adeguamento strutturale».

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